IpGio - I plastici di Gio - Fermodellismo H0
IpGio

"Girotondo" 1987 ÷ 1990

La passione non ha limiti!

Il plastico "GIROTONDO", è stata la mia prima realizzazione in assoluto.
A quei tempi vivevo in appartamento, per cui i problemi che dovevo affrontare, nella realizzazione di un impianto ferromodellstico erano i seguenti:
a) Mancanza di spazio.
b) Assoluto divieto di occupazione di suolo familiare.
c) Esigenza di far correre i miei modelli su qualcosa che non fosse un semplice ovale posato sul pavimento di casa.
La soluzione l'ho trovata nel box di casa!
IpGio Ho dovuto giocoforza realizzare un semplice ripiano il quale dopo l'uso, grazie ad un sistema di carrucole, veniva alzato per poter parcheggiare l'auto di famiglia.
Il tracciato, a doppio binario, era in pratica un'ovale con una zona di interscambio, tra le due linee.
Certo non era il massimo ma posso garantire che è servito, soprattutto come "palestra" per molte esperienze.
Naturalmente non ho sviluppato nulla per quanto riguardasse il paesaggio, sopratutto per il fatto che un box non si presta per la costruzione di un impianto definitivo.
Ma vediamo insieme qualche dettaglio di questa realizzazione.


Dimensioni = 1,5 m. x 3 m.
Intelaiatura realizzata con profilati a L in ferro per scaffalature metalliche da 35 mm x 35 mm.
Il profilato è un ottimo supporto per il piano il legno, inoltre è leggero e flessibile quanto basta, al fine di rendere meno faticose le operazioni di innalzamento e abbassamento del plastico.
Profilato in ferro per scaffalature metalliche
Fig. 1
Ho realizzato due moduli da 1,5 m x 1,5 m. accoppiati tra di loro tramite dadi, bulloni e rondelle da 8 MA.
Le carrucole anteriori erano fissate nei punti A e B, mentre quelle posteriori erano fissate nei punti C e D.
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Fig. 2
Il ripiano in legno compensato multistrato da 10 mm., era assicurato alla intelaiatura con dadi, bulloni e rondelle da 8 MA.
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Fig. 3
Le carrucole erano otto, accoppiate a due a due, distribuite in quattro punti del ripiano. (vedi Fig. 2)
Le funi, erano posizionate in modo che il ripiano potesse essere alato prima davanti e poi dietro, in modo da ridurre lo sforzo e poter meglio controllare le operazioni di posizionamento.
Volutamente non ho preso in considerazione l'adozione di un argano, per rendere più agevole l'intera operazione, in quanto avrebbe imposto l'adozione di una serie di rinvii per le funi.
Una volta abbassato il plastico due cavalletti sostenevano il tutto, dando robustezza all'insieme.
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Fig. 4

Era quanto di più semplice si potesse relizzare, in campo ferromodellistico, due binari correvano paralleli a formare un'ovale.
Una zona di interscambio permetteva di spostare i convogli da un tracciato all'altro.
I binari erano del tipo flessibile, posati direttamente sul ripiano.
Gli scambi erano a comando elettrico.
Il materiale era Roco con profilo rotaia da 2,5 mm.
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L'impianto elettrico era alimentato da due trasformatori analogici a corrente continua (0÷14 Volts).
Un piccolo quadro di comando, con riportato il tracciato, segnalava la posizione degli scambi.
Uno dei trasformatori forniva la corrente alternata per il funzionamento degli scambi e del quadro comandi.
Un raddrizzatore a ponte di diodi, provvedeva a trasformare la corrente alternata in corrente continua la quale alimentava i motori degli scambi ed i Led che indicavano la posizione degli aghi.
Un piccolo circuito elettronico provvedeva a salvaguardare i motori degli scambi degli eventuali sovraccarichi.
Data l'esiguita del tracciato, non fu installato alcun sistema di blocco.

Dato che su questo plastico potevano circolare al massimo due treni, è chiaro che l'impianto serviva solamente a far "sgranchire" e/o rodare le locomotive vecchie e nuove del mio parco.
Posizionando opportunamente gli scambi ed invertendo il senso di marcia nei due trasformatori, un solo convoglio poteva raddoppiare il suo tragitto.

Veramente pochi erano i vantaggi di questa soluzione, che comunque consentiva di trascorrere qualche ora di svago.
La famiglia non era assolutamente coinvolta, nell'esercizio del mio "ingombrante" hobby.
Infine era festa per i bambini del palazzo, i quali, una volta aperta la porta basculante del mio box, accorrevano per vedere "girare" i trenini.

Se i vantaggi erano pochi, gli svantaggi, invece erano molti.
Il nemici numero uno erano polvere e umidità! Per quanto mi sforzassi di pulire, ricoprire con cellophane, tenere il box in perfetto ordine, gli eterni nemici di qualsiasi impianto, avevano sempre la loro vittoria.
Inoltre dovevo pianificare per bene le mie campagne di rodaggio, in quanto, le operazioni di innalzamento, abbassamento e pulizia richiedevano parecchio tempo.
Infine il freddo, durante l'inverno, non era un buon alleato.

Valutando i pro ed i contro, consiglio questa soluzione a coloro che possono usufruire di un locale riscaldato, possibilmente in una stanza d'appartamento.
Con l'ausilio di opportuni rinvii di funi e di un piccolo argano, è possibile alzare e/o abbassare il tutto in un'unica operazione, dando la possibilita di dar vita anche al paesaggio.
Questa è la storia del mio primo impianto, che ancora ricordo con molta nostalgia.
La storia comunque continua con un'altro impianto ...
Ed ora, cara/o amica/o, Buon Lavoro!


Girotondo
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