Grande è bello, ma ...
La mia passione per il mondo dei treni ha avuto occasione d'incontro con il Levante Ligure.
Questo contatto ha dato vita al desiderio di poter conoscere ed approfondire l'unione tra natura e tecnologia.
Ferrovia che corre tra terra e mare, tra case e strade, tra scogliere e spiaggie.
Qui l'uomo e natura, per molti anni, hanno convissuto in uno stretto legame.
Oggi per mille ed uno motivi che qui non voglio citare, il legame si è rotto, ma questo non è stato di ostacolo
nel tentativo di riportare, nella riproduzione modellistica, una parte molto significativa della mia vita.
Anni di osservazione e studio, mi hanno permesso di raccogliere ogni sorta di documentazione, per arrivare
alla progettazione ed alla parziale realizzazione del plastico "Liguria".
Un impianto di dimensioni considerevoli, come avrete modo di vedere dai disegni e dalle foto pubblicate in queste pagine.
L'impianto è stato realizzato in una mansarda, riscaldata.
Il locale prescelto ha tutte le opzioni per l'allestimento di un grande impianto, ma purtroppo ha rivelato con il tempo, un
grosso svantaggio: il tetto spiovente della casa.
Vediamo insieme, nel dettaglio, questa realizzazione.
Le basi della progettazione erano le seguenti:
- Stile italiano con ambientazione ligure (zona appenninica) di pura fantasia, con alcuni spunti reali.
- Riproduzione di una linea a doppio binario elettrificata.
- Massima lunghezza di un convoglio: tre metri (locomotiva più 10 carrozze passeggeri moderne in scala 1/87).
- Riproduzione di un deposito locomotive (DL) ed una squadra rialzo (SR) (vedi quadro sinottico).
- Movimento in linea di tre treni, per ogni direzione.
- Movimento autonomo delle manovre nel deposito e nella squadra rialzo.
- Doveva permettere la circolazione di rotabili, senza alcun problema di transito in curva.
- Il paesaggio doveva nascondere curve e zone di blocco semaforico, con alcune eccezioni.
Progettare questo impianto ha richiesto molto lavoro.
Da alcuni disegni, realizzati a mano libera, sono passato all'elaborazione con il personal computer
del basamento, in tutti i suoi particolari.
Ho preferito suddividere il plastico in grandi moduli, soprattutto per agevolare le varie fasi di montaggio.
Tutti le sezioni di binario destinate al blocco automatico, sono state collocate all'interno delle gallerie lungo il tracciato.
Questo al fine di rendere la visione più spettacolare.
Dimensioni moduli: | ||
Modulo | Dimensioni larg. x prof. (m.) | Altezza da terra (m.) |
A | 2,0 x 1,5 | 0,85 |
B | 1,0 x 2,0 | 0,97 |
C | 1,5 x 1,0 | 0,97 |
D | 1,5 x 1,0 | 0,97 |
E | 1,5 x 1,0 | 0,97 |
F | 2,0 x 1,5 | 0,85 |
Intelaiatura realizzata con profilati a L in ferro per scaffalature metalliche da 35 mm x 35 mm (vedi Fig.1).![]() IpGio - Fig. 1 |
||
Il profilato è un ottima base per il piano in legno, inoltre permette l'installazione di supporti di vario tipo (vedi Fig. 2). | ||
Ho realizzato i moduli, disponendo i profilati, secondo la disposizione tipica che vedete nella Fig. 3,
accoppiandoli tra di loro tramite dadi, bulloni e rondelle da 8 MA. Le "gambe" dei moduli erano anch'esse realizzate con il profilato e posizionate nei quattro angoli di ogni singolo modulo. ![]() IpGio - Fig. 3 |
Era un classico ovale, disposto su tre livelli, con due collegamenti per l'inversione di marcia dei treni.
Il tracciato aveva origine in una stazione nascosta con 4 binari di ricovero per ogni direzione.
La gestione della stazione nascosta era automatizzata per le partenze e gli arrivi dei convogli, nei due sensi
di marcia. (Vedi la simulazione, qui sotto, valida per un solo senso di marcia.)
Il treno in arrivo, dava il consenso alla partenza del treno sul binario adiacente.
Il treno in partenza, predisponeva l'itinerario di ingresso al fine di instradare un nuovo convoglio sul binario
appena lasciato libero, tramite un pedale (reed) alla radice del binario di stazionamento.
La marcia dei treni in entrata ed uscita era subordinato allo stato delle tratte (liberazione o occupazione)
gestito dal blocco automatico della marcia dei treni.
Sono stati posati più di 110 metri di binario flessibile.
Solamente nelle zone in vista del plastico è stato posato, del sughero da 5 mm. di spessore, per simulare la massicciata.
Gli scambi elettrici installati, fino al momento della demolizione, erano 10.
In uscita dai fasci pari e dispari della stazione nascosta sono stati posati 6 scambi manuali.
Le curve erano molto ampie (Vedi galleria fotografica), questo al fine di permettere il transito di rotabili con particolari
problemi di inscrivibilità in curva.
La pendenza del 2% e le ampie curve, erano di aiuto alla marcia delle locomotive.
È stato studiato e realizzato per l'uso analogico, ed ha richiesto la posa di molti cavi elettrici.
Il cavo più utile è stato senz'altro il tipo "multicoppia", normalmente usato in telefonia o negli
impianti d'allarme.
L'alimentazione elettrica, fornita da un trasformatore TITAN in corrente alternata a 16 Volt, era trasformata in
corrente continua da un ponte raddrizzatore a diodi.
Da questo venivano alimentati 4 regolatori, posizionati su di un apposito quadro comando posizionato sul banco di
manovra.
Il blocco automatico è stato realizzato con relè e reed di contatto.
Come già detto il movimento dei treni lungo la linea era automatizzato, con la possibilità di
intervenire in manuale, sulle varie tratte.
L'instradamento dei convogli, nella stazione nascosta, era gestito tramite una matrice a diodi.
Il movimento nel deposito e nella zona squadra rialzo era affidato a due dei quattro alimentatori, posti sul banco
di manovra principale.
Era così possibile vedere transitare convogli sulla linea principale ed assistere alle manovre nei fasci dei
due depositi.
La realizzazione di un simile impianto è indiscutibilmente fonte di grandi soddisfazioni.
Per svariati motivi questo impianto non è mai stato completato, ma molte soluzioni adottate sono da prendere in
considerazione, anche nella realizzazione di impianti più modesti.
Ecco l'elenco di alcune delle motivazioni che hanno portato allo smantellamento di questo impianto:
- Necessità di rinnovare il locale.
- L'assoluta impossibilità a quei, nei mesi più caldi, di accedere alla mansarda.
- Difficolta di manutenzione, sopratutto a causa del soffitto spiovente.
- Il lievitare dei costi dei materiali ferroviari e non.
- L'avvento dei sistemi digitali, i quali semplificano enormemente realizzazione e gestione di un simile impianto.
- Problematiche dovute alla pulizia dell'impianto, sopratutto dopo lunghi periodi di inattività.
Vai alla Galleria Fotografica